Il
Vangelo ci riporta l’episodio della samaritana al pozzo di Sichem e fa cadere
la nostra attenzione sul tema dell’acqua. Come si sa, l’acqua è l’elemento
senza il quale è impossibile la sussistenza della vita. Nella Scrittura esso è
sempre emblema di salvezza, sia quando sgorga prodigiosamente dalla roccia di
Meriba, sia quando irrompe sulla terra violentemente a causare il “diluvio
universale”. In quest’ultimo caso si qualifica come materia di salvezza in
quanto è elemento che distrugge per rinnovare e rigenerare a vita nuova. In
Cristo, l’acqua è elemento di salvezza definitiva, e della vita eterna.
Gesù
è venuto a cercare e a salvare tutti. E va a incontrare le persone là dove si
trovano, nei problemi in cui si dibattono. Così quel giorno vuole incontrare la
samaritana, cioè una straniera, una scomunicata. Nella concezione dei Giudei, i
Samaritani non erano oggetto di favori divini: la Samaria era sinonimo di
impurità e di perversione. Ma Gesù non fa distinzione di persone, di razza, di
religione, di situazione morale. Il “dono di Dio” è indirizzato a tutti e
consiste nello stesso Gesù Cristo Signore e Salvatore, entrato nella storia per
riconciliarci tutti in un solo uomo.
Gesù
attende la samaritana al pozzo. Inizia un dialogo. Si fa bisognoso, chiede un
favore: “Dammi da bere”. Anche il più grande peccatore può fare qualcosa per il
più santo. Chiede alla donna un pò d’acqua: il Signore dell’universo si fa
mendicante per dare all’uomo la possibilità di vivere la più bella
caratteristica di Dio: il dono, l’essere per gli altri, il vivere per gli
altri.
Gesù
non giudica, non rinprovera. Ha solo il desiderio di parlare al cuore e di
aiutare a trasformare la vita, e a salvare. E' venuto proprio per questo. Gesu
dice, “non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati”. Parla della
sete fisica per far conoscere quella sete interiore, profonda quanto il pozzo,
che fa spasimare ogni uomo e lo fa anelare alla sorgente della salvezza.
Rivelando alla donna la vera sete che la tormenta, fa nascere in lei il
desiderio, la richiesta libera e consapevole della acqua che e’ vita eterna. Gesù, incontrando
la Samaritana, comunica la vita che possiede in sé e la fa rinascere a vita
nuova.
“Se tu conoscessi il dono di Dio e
chi ti chiede da bere, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato
acqua viva”. “Chi beve dell’acqua che io darò non avrà più sete, e quest’acqua
diventerà sorgente di vita eterna”. Gesù porta il discorso sul problema della
vera sete della persona. Egli ricorda alla donna che la sete delle cose di
quaggiù è solo una spinta a cercare in vano; tutto il mondo messo insieme non
può riempire il cuore umano, non può risolvere il problema. Esiste un’altra
acqua, esiste un’altra felicità: più piena, più vera, più autentica. Il cuore
dell’uomo ha sete di infinito. L’esperienza di S. Agostino, S. Francesco e di
tanti altri ci testimonia proprio questo. Sant’ Agostino ci dice, “ O Signore, il nostro cuore èinquieto finché non riposain te”.
Il
Signore è l’acqua vera per la nostra sete, la risposta alle nostre inquietudini
profonde. E l’acqua che Gesù darà è il battesimo, è la sua grazia e la sua
forza. Il pozzo è per noi il fonte battesimale, è il fonte di grazia e di salvezza
con l’amore infinito di Dio. Questo pozzo è il Cristo stesso, la roccia da cui
sgorgano fiumi d’acqua viva per la nostra salvezza. Questo pozzo è il suo
costato, da cui sgorgheranno sangue ed acqua che sono i sacramenti e la Chiesa!
Auguri...Molto bene...
ReplyDeleteVery good...
DeleteCaro Lijo, ho letto il tuo pensiero. Sei bravo...tanti auguri...Dio ti benedica
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