12 March 2013

"Lascia prima che si sfamino i Figli, non è bene prendere il pane dei Figli e gettarlo ai cagnolini"


Una giovane ragazza che è stata isolata e messa in disparte, ed ha sofferto molto   a causa di una grave malattia , un giorno prima della sua morte, ha scritto sul suo diario personale:
"Il più grande dolore nella vita non è morire ma è essere ignorato. Il dolore più grande nella vita non è morire ma è essere dimenticato. La gente si hanno sempre a cuore l'un l'altro e hanno il tempo per coloro che sono nel bisogno? "
 In questo mondo ci sono molte persone che vengono ignorate e dimenticate; purtroppo si tratta di una triste realtà.  Esse possono essere ignorate perché sono diverse, perché sono stranieri. Le persone si possono trascurare perché sono di una razza diversa, o perché parlano una lingua diversa o un dialetto. Esse possono essere ignorate a causa del colore della pelle,  possono essere sottovalutate perché sono vecchie o perché sono giovani. Le persone possono essere dimenticate perché sono deboli o malate, ma anche perché sono poveri o inutili. Ma qualunque sia la motivazione, ci sono sempre molte persone che vengono ignorate.
Il brano del Vangelo che abbiamo appena ascoltato è un passaggio complicato del Nuovo Testamento. Questo brano racconta la profondità della fede di una donna Siro-fenicia e la guarigione straordinaria della sua figlioletta. Ma ciò che rende complicato e controverso questo brano  è l'atteggiamento che Gesù presenta in questo racconto, con la sua risposta, in apparenza dura, alla richiesta di quella povera donna. Gesù risponde:"Lascia prima che si sfamino i Figli, non è bene prendere il pane dei Figli e gettarlo ai cagnolini" . Questa risposta è dura è difficile da comprendere anche per noi. Gesù, che in tutti i Vangeli viene presentato come mite, umile, gentile, generoso e compassionevole, umilia una povera donna paragonandola ad una cagnolina e ignorandola a causa della sua lingua e nazionalità
Perché Gesù ha risposto così? Qual è il significato, il senso delle parole di Gesù? Ha veramente umiliato e ignorato quella donna?
Assolutamente no! Gesù, che ha vissuto personalmente questa amarezza in tutto l’arco sua vita, dal momento della sua nascita fino al suo ultimo respiro sulla croce, conosce il dolore di essere ignorati. Egli lo ha sperimentato a Betlemme, quando le porte delle locande erano chiuse davanti ai suoi genitori. Lo ha provato  durante il suo esilio in Egitto, o quando è stato ignorato dagli stessi abitanti del  suo villaggio. Gesù ha sentito l’ amarezza di questo dolore quando è  stato incompreso e ignorato dai suoi fratelli e discepoli. Sicuramente  lui sa che sarà messo alla prova anche nel Getsemani e sul Calvario, quindi si può affermare con certezza che non è intenzione di Gesù umiliare quella donna.
Allora cosa vuol dire questo?
Gesù in questo brano prendendo spunto dalla tipica mentalità ebraica, critica il complesso di egoismo, l'arroganza e la superiorità degli ebrei, che ignorano tutti gli altri con l'ipocrisia fondata sul fatto di essere il popolo eletto da Dio, ma senza però osservare l'obbedienza propria della loro chiamata divina.
Questa critica di Gesù risuona ancora oggi e si trova di fronte a noi, Suoi preferiti e scelti, e ci interroga ancora. Ci costringe a mettere in discussione noi stessi facendoci riflettere sul nostro atteggiamento nei confronti dei nostri fratelli. Albert Einstein una volta disse: "Ognuno di noi viene per una breve visita che sembra uno scopo divino. Dal punto di vista della vita quotidiana, però, c'è una cosa che sappiamo ed è che l'uomo è fare il bene a un altro. "
La Quaresima è un periodo di tempo liturgico che ci aiuta a riflettere ed agire più sulla preghiera, la penitenza e l'elemosina. Cerchiamo di comprendere meglio cosa significhi  elemosina, sulla base di questo passaggio della Bibbia, ricordandoci  e riflettendo anche sulle parole di San Alberto Hurtado del Cile, "Cristo vive nel nostro prossimo, ma soprattutto nei poveri. C'è così tanto dolore da guarire. Cristo  si aggira per le nostre strade sotto le spoglie di tanti poveri che sono sofferenti e malati ".
Cristo vive nel nostro prossimo. Cristo vive qui nella nostra Mater Ecclesiae. C'è così tanto dolore da guarire. Cristo resta nelle camere accanto alla nostra, si aggira nei nostri corridoi sotto le spoglie dei nostri fratelli che soffrono, malati, isolati e ignorati in un modo o nell'altro. Non sempre comprendiamo la differenza che possiamo fare nella vita di una persona semplicemente mostrando loro vera cura e preoccupazione! Potrebbe essere la differenza tra vita e morte. Quando c’è qualcuno che si è perso o è confuso, quando si incontrerà qualcuno che è triste e addolorato, quando abbracciamo qualcuno che è infelice e senza speranza, saremo in possesso e abbracceremo Gesù stesso. S. Ignazio di Loyola un giorno, mentre si trovava sulle rive del fiume Cardoner si chiese: "Che cosa ha fatto Cristo per me? Che cosa sto facendo io per Cristo? Cosa devo fare per Cristo? " Per fare qualcosa per Cristo, devo prima fare e capire una distinzione importante; non mi devo concentrare sul verbo 'fare', ma piuttosto devo porre la mia attenzione su quest'ultimo 'per Cristo', che è la ragione per cui si compie l'azione. E 'difficile per noi guardare invece di vedere. E 'difficile per noi ascoltare attivamente, invece di ascoltare passivamente. E 'difficile vivere come una comunità, invece di vivere come singole isole. Ma è gioioso quando lo facciamo per Cristo.
Possa questo tempo di Quaresima  ci fare  avere cura e  una vera preoccupazione per i nostri fratelli. Come Madre Teresa di Calcutta ha detto: "Tocchiamo i moribondi, i poveri, le persone sole e gli indesiderati secondo le grazie che abbiamo ricevuto e non dobbiamo vergognarci o essere lenti a fare il lavoro umile."

By.
Bro. Sanal Thomas Malieckal
Third Year Theology
Arch Diocese of Thrissur

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